“Oggi, nella previsione di un Pil positivo dell’economia mondiale negli anni 2017-2018, abbiamo la tentazione di non riflettere sul fatto che questa ripresa è soltanto congiunturale perché la crisi strutturale degli anni precedenti è ancora in agguato e ha una fenomenologia carsica: continua a erodere e a scavare come l’acqua”. Lo ha detto oggi, in apertura del 10° Forum economico Eurasiatico di Verona, il presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia.
Per l’ideatore del Forum: “L’economia mondiale ha bisogno di riforme profonde capaci di interpretare l’esigenza di uno sviluppo economico-sociale equo, inclusivo e aperto alle nuove frontiere dell’Est e dell’attuale ruolo geopolitico della Grande Eurasia, da Lisbona a Vladivostok e a Singapore. Essa – ha proseguito – deve essere congiunta a una nuova governance internazionale, che dovrebbe scaturire anche da un radicale cambiamento strategico della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale”.
Infine, una riflessione sulla Nuova via della Seta: “L’Unione Eurasiatica ha raggiunto un accordo organico sul progetto sostenuto dalla Repubblica Popolare Cinese “One Belt, One Road”; su questo scenario si possono aprire altri orizzonti con Paesi – come Cina, India, Corea del Sud, Giappone, Sud-Est Asiatico, Medio Oriente, Africa del Nord – interessati a costruire zone di libero scambio con l’Unione Eurasiatica. Sarebbe un vero peccato – ha concluso – se l’Unione Europea si trovasse fuori da questo contesto”.
Il Forum economico Eurasiatico è organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia, Fondazione Roscongress e Forum economico internazionale di San Pietroburgo in collaborazione con Intesa Sanpaolo; Rosneft; Gazprombank; Credit Bank of Moscow; Region – Group of Companies; Visa Handling Services e con il supporto di Banca Intesa Russia, Coeclerici e Generali Italia.