-1.8 C
Verona
lunedì 17 Febbraio 2025
-1.8 C
Verona
lunedì 17 Febbraio 2025

Difficili da pronunciare ma facili da leggere. 100% ufficio stampa per vocazione e forma mentis.

VINO (OSS. UIV-VINITALY): CONSUMI USA NON RIPARTONO, ITALIA A -6% NEI PRIMI 5 MESI 2024

Pubblicato il

LUCE VERDE PER SPUMANTI SPINTI DALLA TENDENZA COCKTAIL. IN FRENATA L’ALTA GAMMA

FRESCOBALDI: ASSECONDARE CAMBIAMENTO, VINO ITALIANO HA ANTICORPI PER REAGIRE

Ancora in apnea i consumi di vino negli Stati Uniti. Nonostante la boccata d’ossigeno di aprile (+2%), il saldo tendenziale dei primi 5 mesi basato sugli ordini dei magazzini da parte di horeca e grande distribuzione segna un -8% di vendite complessive e -6% per i prodotti del Belpaese. E anche l’ipotizzata fine del surplus di magazzino tra i distributori resta una chimera, visto che il rapporto tra stock di alcolici e vendite effettive viaggia ancora a livelli molto alti con un’eccedenza di circa 10 miliardi di dollari. È quanto rilevato, oggi a Roma nel corso dell’assemblea generale di Unione italiana vini, dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base SipSource, piattaforma che misura le vendite – e gli effettivi consumi nel breve termine – nel 75% degli esercizi commerciali statunitensi.

Il Focus Usa dell’Osservatorio segnala un calo generalizzato da parte di tutti i principali Paesi fornitori ad eccezione del Cile (+12%) che ha puntato forte sui prezzi da saldo. L’Italia (-6%) fa meglio di Francia e Stati Uniti (-8%), di Australia e Spagna (-11% e -10%), ma non della sin qui inossidabile Nuova Zelanda, scesa anch’essa in terreno negativo (-1%). Per il nostro Paese, i segni negativi sono sparsi a piene mani: dal Pinot grigio (-7%) al Chianti (-14%), con la notizia che a fare meno peggio sono questa volta i rossi (sottozero da settembre 2022), che chiudono i cinque mesi a -6.5% contro il -8% dei bianchi. Poteva andare peggio, secondo l’Oss. Uiv-Vinitaly, senza la stabilità del Prosecco (-0,6%) e dell’Asti (+1,6%) ma soprattutto senza la rilevante crescita dei metodi charmat non Prosecco (+7%), che oggi valgono il 24% dei volumi di spumante italiano consumati negli Usa. Un dato in netta controtendenza, quello degli charmat tricolori a basso costo (prezzo medio al consumo attorno ai 13 dollari), rispetto al trend delle bollicine nel primo mercato al mondo, con lo Champagne a -15%, il Cava spagnolo a -11% e gli sparkling domestici a -11%. Un dato, infine, evidentemente generato dalla forte tendenza cocktail che abbraccia sempre più la categoria, con crescite tumultuose tra gli 8 e i 13 dollari: +40% da gennaio a maggio. Una pulsione dal basso che sembra per ora concentrata in due areali ben definiti: la West Coast (+36% di vendite e 30% di share) e il Midwest (+9% e 18% di share).

“Sapevamo che sarebbe stato un inizio di anno complicato – ha detto il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi – ma sappiamo anche che il vino italiano ha anticorpi adeguati per reagire alle difficoltà. In questa fase bisogna però fare le mosse giuste: c’è l’esigenza di sostenere un cambiamento in atto già da vent’anni nella vigna italiana. Il settore si sta adattando ai mutati stili di consumo modificando il proprio potenziale produttivo meglio di altri Paesi, prova ne sia che oggi gli spumanti italiani rappresentano il 33% del totale dei consumi di vino del Belpaese negli Usa, quasi il quadruplo rispetto alla quota sparkling generale (9%). Ora serve fare di più, a partire dalla promozione fino alle politiche d’impresa – dalla managerialità alla flessibilità – che devono essere recepite dalle istituzioni, senza cedere a chimere assistenzialiste che nuocciono fortemente allo sviluppo”.

L’attuale quadro generale – conclude l’analisi – sembra mettere in dubbio anche certezze sin qui date per assunte, come la premiumizzazione. A parte qualche nome prestigioso (Brunello e Chianti Classico, ma anche Bordeaux superiore, Pomerol e Margaux) che in generale segnano crescite, tra i classici del Vecchio Continente sembra perdere smalto il segmento luxury (over 50 dollari al consumo), con i rossi italiani a -8% e quelli francesi addirittura a -16%. Difficoltà anche per i bianchi ultra-premium, tra 25 e 50 dollari: il totale mercato è a -10%, con l’Italia a -12% la Francia a -6% e la Nuova Zelanda a -18%.

 

 

━ Ti potrebbe interessare

OLIO EVO, IN CORSO LE SELEZIONI DEL 23° SOL D’ORO

325 CAMPIONI DI OLIO DA 11 NAZIONI PER IL CONCORSO INTERNAZIONALE DELL’EMISFERO NORD Sono 325 i campioni di olio d’oliva extravergine protagonisti del 23° Concorso...

VINO, IMT: BILANCIO POSITIVO PER WINE PARIS 2025

BERNETTI (PRES.): BUON RISCONTRO DI BUYER SUI MERCATI TARGET VINO MARCHIGIANO È un bilancio positivo quello dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) per la seconda...

DAZI USA, CCIAA VERONA: POSSIBILE EFFETTO A CATENA PER SETTORE METALMECCANICO

RIELLO: RISCHIO PERDITA DI COMPETITIVITÀ PER 1/3 DELL’EXPORT SCALIGERO Rischio effetto a catena per il settore metalmeccanico veronese dopo i dazi al 25% annunciati dall’amministrazione...

VINO (UIV): LA COMMISSIONE UE ANCORA CONTRO IL VINO NEL NUOVO DOCUMENTO DEL BECA

MAGGIOR TASSAZIONE ED ETICHETTE SANITARIE PER SCORAGGIARE I CONSUMI Piove sul bagnato nel settore del vino, e non solo Oltreoceano - con i paventati dazi...

VINO, PARTE DA PARIGI (10-12 FEBBRAIO) IL TOUR PROMOZIONALE DEI VINI IMT

COLLETTIVA REGIONALE A WINE PARIS, PRIMO PIANO SU VERDICCHIO E ALTRE DOP MARCHIGIANE (Jesi – AN, 7 febbraio 2025). Trasferta in Francia per i vini...
spot_img