ANTONIO FALLICO (PRES. CONOSCERE EURASIA E BANCA INTESA RUSSIA): EURASIA TRAIT D’UNION EST-OVEST. IMPRESE ITALIANE STANNO DIVERSIFICANDO BUSINESS ANCHE SU ALTRI PAESI UEE
(Roma, 21 giugno 2019). Guadagna una crescita del 7,6% l’interscambio tra Italia e Unione Economica Eurasiatica (UEE) che, nel primo trimestre di quest’anno, raggiunge quota 6,2 miliardi di euro. Secondo i dati Istat elaborati da Conoscere Eurasia, l’incremento degli scambi complessivi con i 5 Paesi aderenti all’alleanza eurasiatica di libero scambio (Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan), che insieme valgono il 3,2% del Pil mondiale, performa positivamente su entrambi gli indicatori della bilancia. Infatti, se tra gennaio e marzo di quest’anno l’Italia ha importato prodotti da quest’area per oltre 3,9 miliardi di euro (+6%), è sul fronte dell’export del made in Italy in Unione Economica Eurasiatica che si registra un aumento in doppia cifra: +10,6% per un valore che supera i 2,2 miliardi di euro.
È questa l’istantanea economico commerciale tra Italia e Unione Economia Eurasiatica emersa oggi a Roma in apertura del VII seminario eurasiatico; l’appuntamento organizzato annualmente nella Capitale dall’Associazione Conoscere Eurasia, Forum economico internazionale di San Pietroburgo, Roscongress in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banca Intesa Russia e lo studio legale Gianni-Origoni-Grippo-Cappelli & Partners, per fare il punto sullo stato delle relazioni tra il nostro Paese e un mercato strategico caratterizzato da un’imponente evoluzione produttiva, industriale e infrastrutturale che coinvolge quasi 2 miliardi di persone.
“Il costante processo di integrazione dei Paesi dell’Unione economica eurasiatica, a soli 4 anni dalla sua istituzione formale, è oggi un dato di fatto irreversibile con effetti sia sul fronte geopolitico che su quello economico commerciale e degli investimenti – ha commentato Antonio Fallico, presidente di Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia in apertura dei lavori -. L’Eurasia, infatti, – ha proseguito il presidente – assume un ruolo sempre più centrale e da trait d’union nelle relazioni tra Est e Ovest superando così una visione a blocchi contrapposti alimentata dalla politica internazionale degli USA e, purtroppo, anche dall’Unione Europea. D’altra parte – ha concluso Fallico – l’Unione Economica Eurasiatica è una grande opportunità di business che va ben oltre la sola Russia, che rimane comunque il motore principale di questo mercato. Lo dimostrano i dati del nostro export verso il Kazakistan che, nel primo trimestre, ha raggiunto 384 milioni di euro registrando un +140% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Bene anche le vendite in Bielorussia e in Armenia che aumentano rispettivamente del 12,6% e del 24,6%. Segnali, questi, che indicano che le imprese italiane stanno diversificando il proprio posizionamento anche sugli altri mercati promettenti di quest’area”.
Tra i prodotti italiani che hanno varcato i confini verso l’Unione Economica Eurasiatica nel primo trimestre, i macchinari guidano la classifica merceologica dell’export con quasi 590 milioni di euro raggiunti nel primo trimestre (+11,3%), seguiti dal sistema moda italiano – tessile, abbigliamento e accessori – che, seppure in contrazione del 10%, supera i 400 milioni di euro e gli apparecchi elettrici (più di 310 milioni di euro; +71,2%). In ripresa i prodotti alimentari e le bevande a 125 milioni, +2,1%.
Sul fronte dell’analisi dei dati riferiti ai diversi Paesi, la Russia si conferma l’economia di riferimento per le aziende italiane in Eurasia: 1,7 miliardi di euro di vendite realizzate tra gennaio e marzo (-1,6%), e una quota che assorbe il 76% del nostro export in quest’area (era quasi l’86% nello stesso periodo del 2018). La forte crescita economica kazaka spinge il made in Italy a 384 milioni di euro (+140,3%) per una quota di mercato del 17% (era del 7,9% a/a). Costantemente in aumento le performance in Bielorussia (105 milioni di euro; +12,6%), mentre i due Paesi emergenti dell’Unione Economica Eurasiatica, Armenia e Kirghizistan, si fermano rispettivamente a 37 milioni di euro circa e a 5,5 milioni di euro.
ITALIA – UEE 1 TRIMESTRE 2019 | |||||
Gennaio-Marzo 2019. Valori in euro, dati cumulati | |||||
IMPORT | 1 TRIM 2018 | 1 TRIM 2019 | VARIAZIONE | QUOTA 2018 | QUOTA 2019 |
Bielorussia | 19.973.062 | 21.879.799 | 9,5% | 0,5% | 0,6% |
Russia | 3.413.068.223 | 3.611.564.314 | 5,8% | 91,9% | 91,7% |
Armenia | 7.011.060 | 8.953.951 | 27,7% | 0,2% | 0,2% |
Kazakhstan | 275.628.615 | 294.385.555 | 6,8% | 7,4% | 7,5% |
Kirghizistan | 119.749 | 767.799 | 541,2% | 0,0% | 0,0% |
UEEA | 3.715.800.709 | 3.937.551.418 | 6,0% | 100,0% | 100,0% |
EXPORT | 1 TRIM 2018 | 1 TRIM 2019 | VARIAZIONE | QUOTA 2018 | QUOTA 2019 |
Bielorussia | 93.394.578 | 105.195.359 | 12,6% | 4,6% | 4,7% |
Russia | 1.735.951.637 | 1.708.254.526 | -1,6% | 85,7% | 76,3% |
Armenia | 29.497.138 | 36.760.126 | 24,6% | 1,5% | 1,6% |
Kazakhstan | 159.879.146 | 384.126.064 | 140,3% | 7,9% | 17,1% |
Kirghizistan | 5.975.569 | 5.540.784 | -7,3% | 0,3% | 0,2% |
UEEA | 2.024.698.068 | 2.239.876.859 | 10,6% | 100,0% | 100,0% |
INTERSCAMBIO | 1 TRIM 2018 | 1 TRIM 2019 | VARIAZIONE | QUOTA 2018 | QUOTA 2019 |
Bielorussia | 113.367.640 | 127.075.158 | 12,1% | 2,0% | 2,1% |
Russia | 5.149.019.860 | 5.319.818.840 | 3,3% | 89,7% | 86,1% |
Armenia | 36.508.198 | 45.714.077 | 25,2% | 0,6% | 0,7% |
Kazakhstan | 435.507.761 | 678.511.619 | 55,8% | 7,6% | 11,0% |
Kirghizistan | 6.095.318 | 6.308.583 | 3,5% | 0,1% | 0,1% |
UEEA | 5.740.498.777 | 6.177.428.277 | 7,6% | 100,0% | 100,0% |
Dati Istat, elaborazione Conoscere Eurasia