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VINO: AMARONE IN BOTTE NUOVO LUSSO PER APPASSIONATI

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GIANOLLI (PRES. LA COLLINA DEI CILIEGI): OBIETTIVO VENDITE EN PRIMEUR PER 3 BOTTIGLIE SU 4

A Bordeaux è da più di due secoli una pratica commerciale, in Valpolicella sta diventando una tendenza esclusiva riservata agli appassionati di Amarone. L’en primeur, questo il termine tecnico per definire l’investimento di vino pregiato direttamente in botte, si fa largo in Valpolicella grazie a un’azienda – La Collina dei Ciliegi – che punta su questa esclusiva forma di vendita diretta per i propri vini più preziosi. “I nostri interlocutori non sono i negociant come in Francia – ha detto il presidente de La Collina dei Ciliegi e imprenditore della finanza, Massimo Gianolli –, ma manager, capitani d’industria, professionisti e anche banchieri e gioiellieri disposti a scommettere più sul gusto che sui wine features. Acquistano le nostre barrique (225 litri), con targhette personalizzate, che risposano e affinano per anni in cantina, e come in un club spesso alloggiano nel nostro wine resort per partecipare alle prove da botte, così come all’imbottigliamento. Una passione – ha aggiunto – che per noi significa mercato: solo per l’annata 2015 hanno aderito 14 primeuristi ed entro 3 anni puntiamo a vendere il 75% del nostro amarone ‘cru’ con questa formula”.

Il 7 settembre una ventina di fortunati primeuristi si sono dati appuntamento nella tenuta in Valpantena (Erbin) de La Collina dei Ciliegi per la prima festa ad essi dedicata. L’obiettivo è trasformarlo in un appuntamento annuale post-imbottigliamento, con le 300 bottiglie per ogni barrique disposte all’interno della barricaia in appositi caveau personalizzati a disposizione dei proprietari. Il valore di ogni botte varia da 12.000 a 27.500 euro (+ iva) sulla base del criterio generale legato all’annata della Doc e a valutazioni soggettive sulla qualità della vendemmia. Secondo gli esperti i millesimi 2015 e 2016 sono destinati a diventare un sicuro investimento. Una formula a oggi riservata alla selezione di alcuni cru dell’area di produzione della Doc (10 ettari), che sarà adottata anche per il SuperValpantena, il progetto voluto 2 anni fa e firmato da Lydia e Claude Bourguignon, scienziati agronomi e consulenti dei più importanti Chateaux francesi, Christian Roger, membro permanente Grand Jury Européen du vin e da Ermanno Murari, agronomo Vivai Rauscedo. Nel bicchiere tra 3 anni il rosso inedito, ottenuto da un blend Corvina-Teroldego, che nasce dai vigneti di 3 cru tra i 600 e i 700 metri di altitudine (Monte Castello, Tasine e Preara), con rese bassissime tra i 40 e i 60 quintali per ettaro. Sempre tra 3 anni anche il bianco inedito, ottenuto da un blend Garganega-Pinot Bianco, che nasce dai vigneti, Preara e Sponde, di 2 cru tra i 500 e i 600 metri di altitudine, anche questi con le medesime rese ridotte.

Nata nel 2010 come start up, La Collina dei Ciliegi è l’azienda vitivinicola guidata da Massimo Gianolli, imprenditore della finanza, appassionato di vino, che nel 2005 esordisce con una piccola produzione di uva destinata al primo Amarone nella tenuta di Erbin (Valpantena – cru della zona Doc Valpolicella), da 50 anni di proprietà della famiglia. 47 ettari, di cui 24 a vigneto che diventeranno 32 entro la primavera 2020 (la totalità della superficie vitabile); 20 etichette suddivise in tre collezioni (CRU, Classica, Emporium); 215 riconoscimenti internazionali tra concorsi e guide; 350.000 bottiglie prodotte e un fatturato complessivo di circa 2 milioni di euro nel 2018. Amarone ma non solo, La Collina dei Ciliegi è espressione di una brand identity che include ospitalità e turismo, ricerca e innovazione, dall’accoglienza nell’eco-resort Ca’ del Moro Wine Retreat di Erbin agli investimenti in vigna e in cantina, fino alle strategie di marketing, che abbracciano i grandi brand del made in Italy e del calcio.
www.lacollinadeiciliegi.it 

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