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L’AGROALIMENTARE PROTAGONISTA A RISORGIMARCHE, MUSICA, VINO E CIBO PER IL FESTIVAL DI SOLIDARIETÀ

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OLTRE 15MILA LE IMPRESE AGRICOLE NEI COMUNI TERREMOTATI, CROLLO DEL 90% SULLE VENDITE LOCALI.

I vini e i prodotti agroalimentari delle Marche saranno partner di RisorgiMarche (www.risorgimarche.it), il Festival di solidarietà e vicinanza alle comunità colpite dal sisma voluto dall’artista Neri Marcorè, che prevede 13 concerti nella regione a partire dal prossimo 25 giugno fino al 3 agosto. Una collaborazione, annunciata oggi alla Casa del Jazz di Roma nel corso della presentazione del cartellone del Festival, a cui partecipano l’Istituto Marchigiano di tutela vini (Imt), il Consorzio vini piceni e l’Istituto marchigiano di enogastronomia (Ime). Tre compagini (assieme rappresentano quasi la metà del pil agroalimentare regionale), che ora vogliono rappresentare una leva in favore della ripartenza del turismo e del settore primario, due comparti ancora oggi in grave difficoltà. Nel corso dei 13 concerti gratuiti nei parchi montani delle Marche che insistono nelle aree del cratere, saranno complessivamente oltre 150 le piccole imprese agricole e dell’artigianato locale presenti con delle ‘isole del gusto’ organizzate nelle zone limitrofe alle esibizioni.
“La nostra idea – ha detto il coordinatore del Festival per il settore agroalimentare, Alberto Mazzoni – è rimarginare la ferita della terra attraverso il rilancio della terra stessa e delle sue produzioni. Il turismo e l’agroalimentare sono settori collegati che del terremoto stanno subendo i maggiori danni indiretti; noi vogliamo che si riparta da qui. E contiamo sull’impegno della nostra filiera, consapevoli che l’attrattività che riusciamo a generare potrà essere decisiva”.
Per Neri Marcorè: “Dopo la seconda scossa del 30 ottobre mi sono reso conto che se volevo intraprendere un’iniziativa, questa doveva abbracciare tutte le comunità interessate, avere un respiro più ampio di una semplice, per quanto utile, raccolta fondi, per portare affetto e solidarietà a quelle persone costrette a cambiare vita e prospettive da un giorno all’altro. Da qui – ha aggiunto – è nata l’idea di un festival diffuso nel territorio che potesse richiamare gente da tutta Italia, e magari stranieri”.
Il Festival (concerti pomeridiani, ore 17) è organizzato con eventi a bassissimo impatto ambientale, senza palchi, luci artificiali, strutture e transenne, con gli artisti che suoneranno a contatto con il pubblico sui prati, in scenari rurali aperti e rappresentativi. Si inizia domenica 25 giugno con Niccolò Fabi e Gnu Quartet (Arquata del Tronto, AP), poi il 7 luglio Malika Ayane (Cingoli, MC), il giorno successivo sarà la volta di Daiana Lou (Montegallo, AP) e domenica 9 luglio toccherà a Ron (Bolognola, MC). Mercoledì 12 ad Amandola (FM) sarà protagonista Enrico Ruggeri mentre il 20 luglio Paola Turci si esibirà a Piani di Ragnolo (Fiastra/Sarnano, MC) e il 23 Bungaro sarà nelle aree rurali di San Ginesio (Mc). Martedì 25 luglio Samuele Bersani sarà a San Severino (MC), seguito, il 27, da Daniele Silvestri a Montefortino (FM). Domenica 30 luglio è attesa a Camerino (MC) la coppia Fiorella Mannoia – Luca Barbarossa e il 31, a Montemonaco (AP), Bunori Sas chiuderà i concerti previsti a luglio. Grande chiusura il 2 e 3 agosto, prima con Max Gazzè (Sefro, MC) e il giorno successivo a Visso (MC) con l’unico live di quest’anno di Francesco De Gregori, accompagnato da Gnu Quartet e Form-Orchestra filarmonica marchigiana.
Secondo un’analisi Coldiretti, sono 15.300 le aziende agricole e le stalle nei comuni terremotati della regione, con 175mila ettari di terreni agricoli (il 37% del totale Marche) coltivati da imprese per la quasi totalità a gestione familiare (96,5%). A causa del sisma si stima un calo immediato del valore aggiunto della produzione pari a circa 70 milioni di euro, un terzo del valore totale dell’agricoltura delle zone colpite. A questi vanno sommati i danni indiretti, con un crollo fino al 90% delle vendite sul mercato locale provocato dalla crisi del turismo e dallo spopolamento dovuto all’esodo forzato. Ed è proprio il connubio turismo-agricoltura il fulcro delle 2 economie marchigiane, sia per l’impatto diretto sulla ristorazione che per l’acquisto di vino e prodotti agroalimentari, con un giro d’affari regionale quantificato da Unioncamere in 355 milioni di euro l’anno.

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