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I DIECI GIORNI CHE SCONVOLSERO UN SECOLO – LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE NEL CINEMA

Pubblicato il

ANDREJ KONČALOVSKIJ, IL GRANDE REGISTA RUSSO DI SIBERIADE, A VERONA SABATO 4 NOVEMBRE
CONOSCERE EURASIA PROMUOVE LA VISITA DELL’ARTISTA PER LA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA SULLA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE ORGANIZZATA CON VERONA FILM FESTIVAL

Sarà Andrej Končalovskij l’ospite d’onore della rassegna I dieci giorni che sconvolsero un secolo – La Rivoluzione d’Ottobre nel cinema, promossa dall’Associazione Conoscere Eurasia, in collaborazione con il Consolato Onorario della Federazione Russa in Verona, e dal Verona Film Festival del Comune di Verona, in corso fino al 21 novembre nella Sala Convegni della Gran Guardia.
Grazie a Conoscere Eurasia, il grande regista russo, uno degli autori cinematografici più prestigiosi del mondo, sarà a Verona sabato 4 novembre per presentare al pubblico, alle 16, uno dei suoi capolavori, Siberiade (1979), grandioso affresco che ripercorre sessant’anni di storia russa dagli inizi del Novecento alla metà degli anni Sessanta.

Accompagnato dal console onorario della Federazione Russa e presidente di Conoscere Eurasia, il prof. Antonio Fallico, Andrej Končalovskij sarà accolto a Palazzo Barbieri dal sindaco Federico Sboarina e dal vice sindaco Lorenzo Fontana per il saluto di benvenuto della città (ore 14.30). A seguire, prima di recarsi in Gran Guardia, il regista incontrerà i giornalisti (ore 15.00, sala Arazzi). All’incontro parteciperà anche Elena Gladkova di GosFilmFond (National Film Foundation della Federazione Russa).
Nato a Mosca nel 1937 in una famiglia di artisti e intellettuali, pronipote del pittore Vasilij I. Surikov, figlio dello scrittore per ragazzi Sergej Michalkov (autore del testo dell’inno nazionale russo) e della poetessa e traduttrice Natal′ja Končalovskaja, è fratello del regista Nikita Michalkov dal quale ha voluto differenziarsi assumendo il cognome materno. Dopo gli studi di musica s’iscrisse alla scuola di cinema VGIK diretta da Michail Romm, dove iniziò una proficua collaborazione con Andrej Tarkovskij. Alcuni dei suoi primi film ebbero problemi con la censura sovietica e ciò lo spinse dapprima a concentrarsi sulla riduzione di testi letterari e poi a emigrare negli Stati Uniti, dove realizzò subito due film memorabili, Maria Lover’s (1984) e A 30 secondi dalla fine (1985). E’ tornato a lavorare in Russia dopo la fine dell’Urss, con un film molto critico nei confronti dello stalinismo, Il proiezionista (1992). Ha ottenuto tre Leoni d’argento per la migliore regia a Venezia con La casa dei matti, Le notti bianche di un postino (2014) e Paradiso (2016), e un Premio speciale della giuria a Cannes con Siberiade (1979).
“Ogni film è una sfida, ogni volta cerchi l’invisibile oltre il visibile”, ha detto in un’intervista di poche settimane fa Andrej Končalovskij, prima di affrontare a 80 anni la prossima impresa cinematografica, un film su Michelangelo girato in Italia, che si intitolerà Il peccato – Una visione. E in 56 anni di una carriera iniziata nel 1961 con il primo cortometraggio Il ragazzo e la colomba, che a Venezia, sotto gli occhi di Antonioni, Pasolini e Rossellini, gli valse il primo di una lunghissima serie di premi internazionali e con la collaborazione alle prime sceneggiature di Andrej Tarkovskij, le sfide non gli sono mancate. In primis contro la censura sovietica, che in piena era brezneviana lo mise nel mirino fin dal secondo lungometraggio, La felicità di Asija (1966), per alcune scene troppo realistiche sulla vita dei kolchoz, che demolivano l’illusione della vita armoniosa e felice nelle comuni sovietiche. Relegato nel limbo dei film sospesi in URSS (un modo per togliere di circolazione film scomodi senza ricorrere apertamente alla censura), rimase invisibile per oltre vent’anni, prima di essere riproposto e premiato con i più importanti riconoscimenti russi, i Nika, nel 1988, al tempo della glasnost. E difficoltà incontrò anche Siberiade (1979), che dopo il Gran Premio della Giuria a Cannes non ebbe l’investitura ufficiale di approvazione da parte del PCUS.
Nemmeno il soggiorno americano, a partire dal 1980, fu tutto rose e fiori e le difficoltà non mancarono. Končalovskij, tuttavia, artista colto e raffinato, ha continuato a seguire la propria strada, alternando lavori in Russia a produzioni all’estero e mantenendo un legame speciale con l’Italia. E proprio qui, un paio di anni fa, ha così espresso in sintesi il senso del suo lavoro: “Ci sono registi che amano insegnare le esperienze apprese e vogliono condividerle, altri ai quali semplicemente piace imparare facendo film: io sono tra questi. Il mio principio è che la vita è breve e bisogna fare in tempo a commettere tutti gli errori possibili”.

La rassegna è realizzata con la collaborazione di: AGSM; AMIA; GOSFILMFOND (NATIONAL FILM FOUNDATION DELLA FEDERAZIONE RUSSA); RUSSKIY MIR FOUNDATION E ROSPECHAT – AGENZIA FEDERALE PER LA STAMPA E LE COMUNICAZIONI DI MASSA DELLA FEDERAZIONE RUSSA.

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